mercoledì, settembre 26, 2007

Il diritto alla casa


Mi trovo per lavoro in Baviera, come ormai abitudine da anni.
Sul sito de "La Repubblica", a dir la verita' senza commento, si trova un articolo sulla sentenza della Cassazione che assolve una donna romana di 36 anni, povera e con un figlio a carico, dall'aver occupato una casa popolare, dello IACP.
La Cassazione si esprime a favore di un forte ripensamento sul diritto alla casa, che in Italia non esiste. Ripeto NON ESISTE
L'articolo si conclude coi commenti dei nostri politici di centro destra.

".... "Esiste ancora la proprietà privata?", si chiede la portavoce di Forza Italia, Elisabetta Gardini. Per la collega di partito Isabella Bertolini "occupare abusivamente case è un reato grave, senza se e senza ma". Ragione per cui "l'Italia è da oggi un Paese meno civile". Per il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, "la sentenza della Cassazione tutela l'illegalità". La Lega, per bocca di Massimo Garavaglia, capogruppo nella Commissione Bilancio della Camera, non ha dubbi: "Siamo agli espropri proletari".

Allora A STRONZI (poi dicono che si dice le parolacce)...

La casa non era privata ma dello IACP!!

La Cassazione parla di diritto alla casa e non del singolo caso fine a se stesso...

Insomma al solito...come per i DICO che erano diventati i matrimoni gay!!

Ma andate AFFANCULO.

A proposito, qui in Germania il diritto alla casa esiste e i senza tetto vengono ospitati.
Come mai GLI STRONZI DEL CENTRODESTRA guardano gli altri paesi Europei solo quando gli fa comodo?

lunedì, settembre 24, 2007

Leggiamo e volentieri "Repubblichiamo"

dal sito La Repubblica:

IL COMMENTO
Il buio dei diritti
di STEFANO RODOTÀ

ECLISSI dei diritti? Molte iniziative vanno proprio in questa direzione, e si sta creando un clima che li considera un ostacolo. Nell'agenda della politica la questione dei diritti precipita agli ultimi posti, sopraffatta da altri imperativi, la sicurezza e l'efficienza in primo luogo.

Non sorprende, allora, che circolino dichiarazioni di resa, come quelle di uno dei leader della sinistra, che ha liquidato la questione delle unioni di fatto perché non vi sarebbe consenso neppure nella maggioranza.
Questa settimana sarà decisiva per capire gli orientamenti su un tema centrale per la libertà delle persone - la tutela dei loro dati. Si definirà il disegno di legge sulla banca dati del Dna, invocato per ragioni di sicurezza. Il Senato dirà se la libertà d'impresa esige l'esonero dal rispetto delle misure di sicurezza finora previste quando si raccolgono informazioni su ciascuno di noi. Questioni che riguardano tutti, e il modo in cui saranno risolte inciderà sul quadro delle libertà e dei diritti.

Una normativa sull'uso dei dati genetici da parte di polizia e magistratura è necessaria. Leggiamo di indagini che utilizzano questi dati, di campioni biologici trovati sul luogo di un delitto. Tali attività devono essere accompagnate da garanzie adeguate, che definiscano rigorosamente le condizioni che rendono legittimo il ricorso a queste informazioni, intime e pericolose. I principi da osservare sono ben definiti dal Codice sulla privacy - finalità, necessità, proporzionalità.

Se il fine per il quale si costituisce una Banca dati nazionale del Dna è quello di rendere più efficace l'azione anticrimine, non è ammissibile che questa iniziativa si trasformi in schedature di massa, secondando una tendenza verso la nascita di "nazioni di sospetti". Se la nuova banca dati è necessaria per rendere possibile l'identificazione dei responsabili di reati, la raccolta dev'essere limitata ai soli dati identificativi, escludendo quelli che possono rivelare le caratteristiche genetiche relative alla salute o all'appartenenza ad un determinato gruppo familiare.

Se gli strumenti adoperati devono essere proporzionati alla finalità da raggiungere, si deve procedere in maniera selettiva nella individuazione dei soggetti e dei reati: è insensato raccogliere dati genetici sui responsabili di reati finanziari, perché la loro individuazione prescinde del tutto dalle caratteristiche genetiche di chi li commette, rilevanti invece per i reati sessuali o per i furti negli appartamenti.

La bozza del disegno di legge tiene conto in parte di queste esigenze, ma la loro traduzione in specifiche norme non è sempre adeguata, sì che appare indispensabile considerare i rilievi contenuti in una nota inviata a Governo e Parlamento dal Garante per la privacy. Ma tre questioni meritano particolare attenzione:
1) le modalità degli eventuali prelievi obbligatori di campioni del Dna, poiché si tratta di limitazioni della libertà personale, garantita dall'art. 13 della Costituzione;
2) la cancellazione dei dati raccolti, essendo inaccettabile che si conservino per quarant'anni le informazioni su chi è stato prosciolto o assolto;
3) il rigore delle misure di sicurezza e il controllo sul loro rispetto, trattandosi di dati personali di straordinaria delicatezza.

Il tema delle misure di sicurezza ci porta alla discussione in corso al Senato. Già alla Camera, modificando l'originario testo del decreto sulle liberalizzazioni, è stata inserita una norma che esonera le imprese con meno di 15 dipendenti dal rispetto delle misure minime di sicurezza per il trattamento dei dati personali in casi impropriamente ritenuti di ordinaria amministrazione. Questi, invece, possono riguardare quantità ingenti di informazioni provenienti dalle più diverse fonti, rilevanti per la stessa vita delle persone, con rischi che prescindono dalla dimensione dell'impresa. Ora un pacchetto di emendamenti propone di estendere l'esonero a tutte le imprese e comprendere nell'esenzione anche i dati sensibili, relativi a opinioni politiche, religione, salute, vita sessuale.

La regressione culturale e politica è impressionante. Nella dissennata corsa verso l'"abbattimento dei costi" si cancellano garanzie e diritti. Se davvero si vogliono eliminare costi impropri per le piccole imprese, vi sono modi meno rozzi e pericolosi per farlo. Invece si è scelta una strada che la Commissione europea aveva ritenuto impraticabile, perché vi sono costi che il sistema economico deve sopportare per evitare che le sue attività pregiudichino interessi della collettività, come accade per le norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, costose ma indispensabili. Un paragone significativo, perché le norme sulla sicurezza del lavoro tutelano il corpo fisico così come le norme sulle misure minime di sicurezza per le banche dati tutelano il corpo "elettronico". Sono in gioco le garanzie della persona, la sua stessa libertà nella società della conoscenza.

I parlamentari soffrono di paurosi vuoti di memoria. Dovrebbero sapere che l'affare Telecom mise in luce che pure le gravi negligenze nelle misure di sicurezza consentirono utilizzazioni abusive dei dati raccolti, tanto che il Garante impose a Telecom di adeguare le misure agli standard previsti dalla legge. Oggi si propone di eliminare queste garanzie, sì che la scandalosa vicenda Telecom potrà ripetersi su larga scala. Altro vuoto di memoria: i senatori sembrano ignorare l'art. 41 della Costituzione, dove si dice che l'iniziativa economica privata non può svolgersi "in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana".

E si ignora che molte esperienze hanno messo in luce come la privacy non sia soltanto un costo, ma una risorsa: perché l'offerta di forti garanzie dei dati può attribuire un vantaggio competitivo, inducendo i consumatori a preferire le imprese che forniscono, insieme, beni, servizi e privacy; e perché investire in sicurezza produce innovazione.

Ma l'eliminazione delle garanzie non si ferma qui. Si propone di cancellarle del tutto per persone giuridiche, enti e associazioni. Così pure la libertà di associazione sarebbe limitata. La via d'uscita è una sola: eliminare la norma approvata dalla Camera e respingere gli emendamenti presentati al Senato.

Torniamo alla questione iniziale. Ministri dichiarano in pubblico che, di fronte alla sicurezza, gli altri diritti devono fare un passo indietro, e un economicismo senza principi spinge nella stessa direzione. Ma la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea prevede che la protezione dei dati personali debba essere considerata un diritto autonomo della persona, escludendo che si possa alterarne il contenuto essenziale. E la Convenzione europea dei diritti dell'uomo consente limiti, a condizione però che le misure adottate siano compatibili con le caratteristiche di "una società democratica". È giusto dunque, sottolineare che non si sta discutendo di provvedimenti settoriali, ma di questioni che riguardano la qualità della democrazia nel tempo dall'innovazione scientifica e tecnologica.

Commentando la decisione che ha confermato la multa inflitta dalla Commissione europea a Microsoft, Mario Monti ha giustamente detto che questo è un buon segno della capacità dell'Europa di essere "potenza". Deve continuare ad esserlo proprio sul terreno della forte tutela dei diritti, perché questa è una vocazione che le permette di parlare al mondo con voce limpida e ascoltata. La decisione Microsoft ha aperto anche negli Stati Uniti una discussione sulla necessità di limitare il potere di Bill Gates. E i più diversi paesi guardano al modo in cui l'Europa prevede la tutela dei dati come ad un modello: una responsabilità impegnativa, viste le cattive notizie che vengono dagli Stati Uniti. Tenendo ferme le garanzie, il Parlamento italiano contribuirebbe a far sì che l'Europa rimanga un luogo al quale possano guardare tutti quelli che non si rassegnano all'eclissi dei diritti.


(24 settembre 2007)

Governo di sinistra....

Due news terribili, che non so perche' pubblico perche' ogni giorno ce n'e' una nuova...senza senso....siamo davvero alla frutta....

Ma di tutte le leggi Berlusconi "ad-hoc"....me ne dite qualcuna, tipo il falso in bilancio che sia stata tolta???

E visto che non le togliamo, aggiungiamo qualche altra regola di sinistra....tipo il decreto che permette alle aziende di fregarsene della privacy dei dipendenti e sapere tutto sulle sue malattie.

Benvenuti in Italia.

La mia personale Miss Italia


Mentre sul primo canale RAI impazza lo show piu' terribile mai visto (due decrepiti showman corcondati da cariatidi e vippetti, che guardano cento rinco-scosciatelle dal sex appeal nullo)....alias MISS ITALIA....
vi propongo da youtube la mia personale scelta.
Ovviamente molto lontana!

L'embedding era non consentito, per cui accontentatevi di un link e della jpg!
http://www.youtube.com/watch?v=J8GOJ_IztWg

mercoledì, settembre 19, 2007

Le vere cantanti sexy....


Incredibile ma vero!
Dal sito de: "La Repubblica"
Rihanna la sexy estate 2007 con UMBRELLA!!!!

Ma l'avete mai sentita??? solo la canzone mi fa girare le palle!!!
(E venir voglia di infilarle l'ombrello in un okkio o nel c...."

Dove andremo a finire musicalmente????

Beth Ditto - parte 2

Poi mi sono detto....chissa' come canta bene...ed allora grazie alle risorse You Tube ecco un contributo....
A Bethddi.... Devo dire non canti male...

Beth Ditto - parte 1


Gia' da tempo nei miei sogni notturni sognavo una rocker tonda e tanta....mmhhh.... io e i miei gusti specialissimi...
E che mi vedo arrivare servita su un piatto d'argento? Beth Ditto!
Uh, che te farei....
la vera rocker del 21 secolo, con tutto il sovrappeso made in USA....meraviglia!
Adorabile....

giovedì, settembre 13, 2007

Ecchissenefrega - n.1


Cazzarola pensavo che una delle ultime oasi di serieta' fossero le librerie....
Invece l'altro giorno ho visto questa perla della letteratura...

Il TOMO di MATERAZZI...
Il guerriero!! Ma guardate che faccia da culo! ed i tatuaggi???

" Le frasi che ho detto a Zidane... "

ECHISSENEFREGA!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


"Dio che chiami a te
quando mi vorrai ricordati che
pisello o patata,
cio' che importa e' la ciavatta.
Amen."

giovedì, settembre 06, 2007

Omaggio


Chi mi conosce sa quanto la musica sia importante per me.
Un omaggio va a Luciano Pavarotti, un semplice omaggio ad una persona piena di gioia di vivere, di giocare, sensibile ai bisogni dei piu' deboli ed aperta a nuove esperienze musicali.
Cosi lontana dalla chiusura mentale di alcuni melomani che lo disprezzavano, ma che da oggi ovviamente non faranno altro che osannarlo.
Addio Luciano.
Tu, qualcosa, hai lasciato.

lunedì, settembre 03, 2007